Codice della Crisi e lettere di compliance dall’Agenzia delle Entrate

il mancato pagamento dell’iva porterà alla liquidazione della società

Le modifiche del Codice della Crisi, che entreranno in vigore il prossimo 15.07.2022, hanno già incominciato a produrre i loro effetti anche presso l’Agenzia delle Entrate che, nel rispetto delle novità introdotte dal D.Lgs. 83/2022 sulla riforma del Codice della Crisi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1.07.2022, ha inviato una lettera di compliance ai contribuenti che non risultano in regola con il pagamento del proprio debito Iva, di almeno € 5.000, scaturente dalla liquidazione periodica. L’alert delle lettere non ha intento vessatorio e finalizzato alla riscossione ma, bensì, quello di porsi come strumento previsto dalla norma a presidio della continuità aziendale. L’inerzia dell’amministratore, e degli eventuali revisori e sindaci, di fronte a tale segnalazione fa scattare nei loro confronti la responsabilità sia civile sia penale, in quanto risulterà evidente la mancata applicazione degli obblighi disciplinati dall’art. 3 D.Lgs. 14/2019 e dell’art. 2086 e 2476 c.c., entrambi in vigore dal 16.03.2019. Qualora la società non abbia i revisori o i sindaci competerà al solo amministrazione la verifica della continuità aziendale elaborando gli indici previsti dall’ODCEC e qualora d questi non fossero idonei alla continuità aziendale si dovrà affrontare un piano di ristrutturazione aziendale per evitare la responsabilità degli amministratori.

Condividi l'articolo:

Ultime News

18Apr2024
contratto commercio da luglio la prima rata dell'una tantum
23Gen2024
La Cassazione, con la sentenza n. 2129/2023, ha stabilito il dovere del commercialista di effettuare la segnalazione di operazione sospetta della società cliente di cui tiene la contabilità, che ha effettuato numerosi ed ingenti prelevamenti per contanti
09Gen2024
La legge di Bilancio 2024 ha introdotto la maxi-deduzione del 120% del costo relativo all’incremento occupazionale al fine di agevolare i datori di lavoro che nel 2024 innalzano l’occupazione stabile attraverso il ricorso a contratti di lavoro subordina